“Trash the dress”, rito liberatorio o puro divertimento?

“Trash the dress”, letteralmente, significa “distruggi l’abito”. È l’ultima tendenza proveniente dagli Stati Uniti e che ha contagiato il resto del mondo: gli sposi, dopo il matrimonio, si lasciano fotografare immersi nel mare o nel fango, in un bosco, sulla neve o all’interno di vecchi edifici. Con conseguenze, talvolta, disastrose sui loro abiti.

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Una volta scelta la location, ha inizio una sorta di “reportage” fotografico, che immortala la coppia, che indossa gli abiti del matrimonio, in pose insolite e originali. Gli scatti vengono fatti in completa libertà, senza preoccuparsi di sporcare o distruggere l’abito, ma pensando solo a “giocare”.

Lo scopo è quello di cogliere gli sposi in maniera spontanea e naturale. E, non necessariamente, l’abito dovrà distruggersi. La parola d’ordine è: non più foto in posa, come nel giorno del matrimonio, ma scatti indimenticabili e unici! Perché molti sposi sono affascinati dal Trash the dress? Semplice.

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Innanzitutto, è un antistress. Adesso che finalmente non bisogna essere perfetti come nel giorno delle proprie nozze, ci si può lasciare andare. Secondo, per festeggiare un evento importante e, infine, si tratta pur sempre di un “rito liberatorio”, con cui gli sposi si liberano, appunto, di un abito considerato una reliquia sacra, da conservare con attenzione.

Nulla vieta, che con questo gesto, la sposa voglia distruggere il suo abito bianco per eliminare ogni possibilità di indossarlo nuovamente, con l’auspicio che il suo matrimonio duri per tutta la vita.

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Le possibilità per realizzare un Trash the dress unico ed originale sono infinite, non vi resta che dare libero sfogo alla fantasia!

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