Un sì da favola: sobrie ed eleganti le nozze al castello firmate Monia Re

di Paola Pizzo 

Il riflesso degli antichi argenti di famiglia, il sapore dei liquori piemontesi, il profumo delle rose Vuvuzela e il colore del verde senecio. E poi, la scelta di una nobile dimora settecentesca – il Castello di Morozzo, a Cuneo – per dirsi «sì». E’ in questi dettagli che l’amore di Giuseppe e Cristina ha trovato la sua forma. In una festa di nozze sobria, elegante e romantica che è stata celebrazione di un sentimento che non è soltanto il loro, ma anche quello per la terra da cui arrivano: il Piemonte per lei, la Calabria per lui. A fare da regista – o direttrice d’orchestra, a voler parafrasare le sue parole – a questo matrimonio è stata una delle più note (e brave!) wedding planner italiane: Monia Re (www.moniare.comwww.kairoseventi.it). «Questo matrimonio è stato un tuffo nel passato in vesti moderne», racconta. E il dettaglio che le è piaciuto di più? «Il tableau de mariage: l’ho realizzato “svestendo” una sala del castello…». Curiosi, vero?

Il «sì» di Giuseppe e Cristina: una sobrietà così elegante che diventa quasi disarmante. Rispecchia il carattere di questa coppia?
«Giuseppe e Cristina sono lo specchio della loro anima e del loro amore: umili ma esigenti, riservati ed eleganti nella loro raffinata semplicità. Molto rispettosi del lavoro altrui. Anche la loro professione, di avvocato e magistrato, ha influenzato il “modus operandi” della progettazione, molto precisa nella cura del dettaglio. Ci siamo divertiti e abbiamo instaurato uno splendido rapporto di fiducia e in seguito anche di amicizia».

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Monia, se dovessi indicare il «mood» di questa cerimonia, come lo descriveresti?
«E’ stato un matrimonio che ha voluto coniugare le tradizioni della cultura della Calabria, terra di origine di Giuseppe, con quelle tipicamente piemontesi, dove è nata e cresciuta Cristina. Un mix di tradizione e di innovazione. Per gli allestimenti sono stati utilizzati vecchi “argenti” di famiglia e alcuni arredi del Castello. Come cadeau de mariage una bottiglietta personalizzata con i più tradizionali liquori delle vallate piemontesi. Il desiderio è stato quello di far sentire un po’ tutti “a casa”, anche se avevamo ospiti da ogni parte dell’Italia».

La sensazione, guardando le foto, è quella di fare un tuffo in un passato intriso di storia, cultura, orgoglio…
«Questo ha determinato la scelta della location, il Castello di Morozzo, risalente a metà ‘700 e residenza storica della casata dei Marchesi Cordero di Pamparato, molto vicini alla corte del Re Vittorio Emanuele II. Stemmi reali e affreschi hanno fatto da cornice a questo matrimonio che è stato un tuffo nel passato in vesti moderne. La storia e la cultura raccontata nei luoghi, l’orgoglio del “made in Italy” nello studio sartoriale dell’evento».

Cosa ti hanno chiesto gli sposi quando, per la prima volta, hanno immaginato con te il loro matrimonio?
«La richiesta di Cristina, che ho incontrato insieme alla mamma, è stata di semplicità, eleganza e sobrietà. Ho capito, poi, che Giuseppe voleva stupire gli ospiti, amalgamando la tipica sobrietà piemontese con l’allegria calabrese, deliziando tutti i “sensi”. Così io ci sono andata… a nozze! Adoro curare la ricerca del particolare, da calzare addosso alla coppia come un abito su misura».

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Come è avvenuta la scelta dei fiori?
«Romanticismo, semplicità e colore sono stati gli elementi che hanno determinato la scelta dei fiori. Nel piccolo Santuario della Madonna del Brichetto, una leggera nuvola di gipsophyla ha dato risalto all’insieme. La scelta della rosa Vuvuzela per la sua eleganza e per il suo valore simbolico di amore e devozione, unito a un tocco raffinato di colore verde salvia del senecio, ha reso tutto molto elegante nella sua semplicità».

ll dettaglio che ti è piaciuto di più?
«Più di uno. Ma il tableau è quello a cui mi sono affezionata di più: ho “svestito” una sala del castello, portando all’esterno una chaise longue, uno specchio e un orologio. E ne ho modellato il tableau al centro del parco. Ho portato “fuori” dalle mura cio’ che si vive e si respira “dentro” alla residenza storica. Mi piace rispettare i posti in cui lavoro e mettere in risalto gli elementi distintivi».

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L’ultima domanda è «doppia»… Quali sono state le vostre sensazioni?
Monia: «In una parola wow! Ho avuto un problema non indifferente di salute nei giorni precedenti al matrimonio, ma non volevo che Cristina e Giuseppe se ne accorgessero e non potevo non esserci! Avevamo una scaletta musicale a prova di teatro. Ho “orchestrato” degli impeccabili fornitori che hanno saputo “suonare” una tra le migliori sinfonie di matrimonio a cui io abbia mai assistito. Grazie, come sempre, alla mia splendida squadra!».
Cristina&Giuseppe: «Le nostre sensazioni non possono che essere di grande soddisfazione per avere dato forma e sostanza ai nostri desideri e per avere realizzato un matrimonio che rispecchiava perfettamente il nostro modo di essere. Abbiamo fatto con Monia un bellissimo percorso che ci ha fatto acquisire sempre maggiore tranquillità e consapevolezza che tutto era pianificato e seguito in ogni singolo dettaglio. Quel giorno abbiamo avuto la conferma che si era creata fra noi e Monia una alchimia speciale, in una atmosfera magica che ha fatto del nostro matrimonio un giorno indimenticabile per noi e per i nostri ospiti».

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