Riccardo Serravalle, il nuovo stilista di St. Patrick: “La mia sposa come un’opera d’arte”

Il brand St. Patrick, marchio del Gruppo Pronovias, ha un nuovo stilista: Riccardo Serravalle. Ad appena 26 anni e con una carriera costruita nelle sartorie di atelier di Moda Sposa, il giovane italo-tedesco è uno dei talenti su cui punta l’azienda spagnola leader a livello internazionale nella produzione di abiti da sposa. Lavorerà sotto la supervisione del nuovo direttore creativo di Pronovias, Alessandra Rinaudo 

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Preciso e passionale per carattere. Rigoroso nelle strutture e romantico nei volumi dei suoi abiti. È in questo mix perfetto, in quell’equilibrio da Yin e Yang a lui caro, che il giovane stilista Riccardo Serravalle pone le radici della sua Bridal Couture. Una visione che, a partire dalla prossima stagione targata 2021, si tradurrà negli abiti da sposa Studio St. Patrick: ad appena 26 anni, infatti, è lui il nuovo designer del brand del Gruppo Pronovias

Un incarico che svolgerà sotto la supervisione del direttore creativo di Pronovias, Alessandra Rinaudo (nominata di recente nell’ambito di una più grande rivoluzione dell’assetto creativo dell’azienda, ndr), e che rappresenta il raggiungimento di uno dei suoi sogni da bambino. Letteralmente. 

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Riccardo Serravalle, a tu per tu con il designer di St. Patrick

Riccardo, partiamo da oggi: il tuo ingresso nel team creativo di Pronovias, sotto la direzione di Alessandra Rinaudo, e l’incarico a designer della collezione St. Patrick cosa rappresentano per te?
«Essere parte di questo team è qualcosa di grande. Ricordo ancora quando, già da bambino, sognavo di lavorare proprio in Pronovias e me lo ripetevo ogni volta che guardavo le foto delle nuove collezioni sulle riviste di moda sposa. Inoltre, avere la possibilità di confrontarmi con Alessandra, che ha così tanta esperienza alle spalle, e con gli altri designer dei brand del Gruppo (Thomas Vasseur e Nicole Cavallo, ndr) rappresenta un’opportunità di crescita continua. Insomma, è un vero onore».

Con te, dunque, che direzione prenderà la collezione sposa St. Patrick?
«Quando penso alla donna prossima al matrimonio, immagino una futura sposa che voglia che il suo giorno sia perfetto e che, perciò, lo sia anche lei. Si tratta di una donna super sofisticata, ma con le idee ben chiare. I miei abiti, dunque, uniscono due aspetti che eredito dalle mie origini italo-tedesche: leggerezza dei tessuti e rigore delle forme; sono vestiti con una loro architettura definita, ma che per questo non rinunciano al romanticismo. Creazioni in cui ogni dettaglio ha un senso solo se posto nel punto giusto, quello che ho previsto». 

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Nuova vita per gli abiti da sposa St. Patrick: il debutto con la collezione 2021

Da un punto di vista prettamente “ispirazionale”, da dove arrivano gli stimoli creativi che poi si traducono in abiti? Hai precise influenze stilistiche?
«L’architettura, prima di tutto. Da intendere come la perfezione che c’è in quelle statue di marmo e di granito che tanto piacciono a mia madre Franca. Proprio queste, infatti, sono l’espressione massima di quell’arte strutturale e leggera a cui aspiro anche io. Sul fronte stilisti, invece, da sempre guardo a maison Christian Dior e a Pierre Cardin, con le sue linee super pulite».

Riccardo, qual è allora il tuo “marchio di fabbrica”? 
«Dare forma ai tessuti è come scolpire un marmo. Ecco, direi che le strutture sono il mio tratto distintivo. Accompagnate da dettagli, come perle o elementi lucenti, che riportano alla mente il vetro e la luce, altri due elementi a cui sono profondamente legato».

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Riccardo Serravalle
Lo stilista Riccardo Serravalle al lavoro in atelier

Facciamo un passo indietro: nonostante i tuoi 26 anni, hai già esperienza nella Bridal Couture. Come è nato l’interesse per questo settore più di nicchia?
«E qui torna mia madre Franca (sorride, ndr). Da piccolo mi affascinava osservarla mentre si preparava per un’occasione importante, come un matrimonio o una festa di famiglia. Restavo rapito dal tempo e dalla dedizione che ci metteva, la parte per me interessante era proprio osservare la sua trasformazione. Ed è lo stesso per la sposa: ogni donna, nel giorno delle sue nozze e in quelli che le precedono, si dedica tempo, cura ed attenzione. Poi, indossando l’abito bianco, arriva al momento di sua massima trasformazione. Per me è ipnotico». 

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Nel disegnare abiti da sposa, qual è la sfida maggiore che ti viene posta?
«Più che di sfida – perché vestire una sposa per me è bellissimo ed entusiasmante – parlerei di onore e di responsabilità. Mi sento, infatti, un po’ come un mago, che contribuisce alla trasformazione di cui ti parlavo prima. Adesso, con il mio ruolo in St. Patrick e più in generale nell’essere parte del team creativo del Gruppo Pronovias, avrò la possibilità di rivolgermi ad una moltitudine di donne, con percorsi, sogni, possibilità e idee diversi, ma sempre bellissime e affascinanti. Con il nuovo assetto, l’azienda può percorrere sentieri diversi, come diverse sono le future spose che scelgono i nostri brand: disegniamo sulla base dei loro desideri». 

Spose Millennial: gli “in” e “out” dello stilista Riccardo Serravalle

Per concludere quest’intervista, vista la tua giovanissima età, ti chiedo: quali sono gli “in” e “out” per le spose di oggi, le cosiddette Millennial?
«L’In è di non trasformarsi né stravolgersi per quel giorno: la sposa non deve cercare di essere diversa dalla donna che è, quindi dovrà indossare un abito e degli accessori che la rappresentino al meglio. L’Out, di conseguenza, è di non darsi nessun limite, perché sarebbero solo un ostacolo al raggiungimento della sua felicità».

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