Abiti fluttuanti, romantici, caratterizzati da silhouette architettoniche sono i protagonisti della collezione sposa Elisabetta Polignano 2026.
“Bella” nasce da un’ispirazione, dall’amore senza fine tra Marc Chagall e la sua musa e compagna Bella Rosenfeld.
Ci sono amori che diventano arte, fatta prima di pennellate e poi di stoffa.
“Bella”, la collezione sposa 2026 di Elisabetta Polignano prende vita da uno di questi legami straordinari: quello tra Bella Rosenfeld e Marc Chagall, coppia nella vita e ispirazione dell’immaginario creativo dell’artista.
Collezione sposa Elisabetta Polignano 2026, eterea e delicata
La nuova linea della stilista è un’interpretazione sartoriale del mondo onirico di Chagall e della figura eterea e sospesa della sua Bella, così come appare nel celebre dipinto La Mariée del 1950.
Un viaggio visivo e simbolico, in cui la sposa viene raccontata come una presenza impalpabile, luminosa, eterea, al tempo stesso ispirata e ispiratrice.

Con questa collezione, la stilista riafferma la sua capacità di coniugare emozione e rigore, sogno e materia.
Un tributo alla bellezza dell’arte, al potere dell’amore che, come quello tra Bella e Chagall, resta sospeso, ma eterno.
Abiti da sposa 2026 Elisabetta Polignano, leggeri come un sogno
In perfetto equilibrio tra poesia e struttura, la collezione 2026 si distingue per una costruzione couture che non rinuncia mai alla leggerezza.
Gli abiti sembrano galleggiare per aria, ma sono frutto di una visione precisa e rigorosa tra linee leggiadre e tessuti preziosi: plumetis, pizzi chantilly, glitter, pizzi tridimensionali, decorazioni artigianali a forma di fiori e farfalle, passamanerie in seta sono i dettagli che rendono gli abiti di Elisabetta Polignano, allo stesso tempo, contemporanei e senza tempo.
Veli trasparenti e copricapi avvolgenti raccontano una femminilità delicata e insieme decisa, pensata per spose che sognano un matrimonio elegante, ma nella natura.
Moderna e visionaria, l’estetica di Elisabetta Polignano per il 2026
Come in una danza continua tra opposti, la collezione alterna minimalismo e teatralità, mantenendo come fil rouge il forte richiamo al passato, con un focus particolare sugli anni Cinquanta, il periodo in cui Chagall dipinse “La Mariée”.
Silhouette architettoniche, maniche all’americana, maniche balloon, gonne in mikado dalle proporzioni over, si affiancano a longuette anni ’50 con tagli a sbieco e dettagli a contrasto nero, a rompere con delicatezza il candore predominante dell’abito bianco.
La palette spazia tra nuance morbide che amplificano la sensazione di sospensione e leggerezza, rendendo ogni abito una vera estensione dell’anima della sposa che lo indossa.
A completare la visione, nuovi modelli fascianti in seta e cotone lavorati ad onde, che raccontano un movimento di divenire e di trasformazione.
L’effetto è futuristico, pensato dalla stilista appositamente per le spose della Gen Z, attente alla moda e alla sua capacità di interpretare un’evoluzione che si rifà, comunque, ad una identità. Solida e duratura.
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