#FattoinItalia, Carlo Pignatelli: così sostengo il Made in Italy

#FattoinItalia è la nuova iniziativa di Carlo Pignatelli a sostegno della filiera artigianale italiana, l’ultimo impegno della maison di Moda Bridal in difesa del Made in Italy. Di questo, dell’attenzione all’ambiente e del neonato profumo “1968” ne parla lo stilista nell’intervista che ci ha rilasciato.

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Il sostegno alla filiera italiana degli artigiani, l’impegno per ridurre l’impatto ambientale nei processi produttivi, la creazioni di prodotti sempre nuovi che completano il suo universo creativo. Il lavoro di Carlo Pignatelli, stilista e fondatore dell’omonima Maison di Moda Bridal, fiore all’occhiello del Made in Italy nel mondo, è incessante.

E adesso – ma solo per ordine di tempo – passa da #FattoinItalia, la campagna di sensibilizzazione lanciata insieme a Confartigianto per puntare i riflettori sulla filiera nazionale degli artigiani, unica e preziosa. «Un patrimonio di tutti», come sottolinea lui stesso, che va sostenuto e rilanciato; che deve ambire a diventare un volano per l’economia italiana. 

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In questa foto lo stilista Carlo Pignatelli, che ha lanciato la campagna di sensibilizzazione #FattoinItalia
In questa foto, lo stilista Carlo Pignatelli

Partiamo da #FattoinItalia, la campagna che ha lanciato insieme a Confartigianto a sostengo del Made in Italy. Perché questa necessità?
«La campagna nasce dal desiderio di divulgare un forte messaggio di valorizzazione delle straordinarie abilità e potenzialità degli artigiani, un richiamo all’unità e a sostenere la filiera italiana che rappresenta un patrimonio di tutti».

Perché, in che condizione si trovano oggi, secondo lei, le aziende italiane? 
«Si trovano a far fronte ad una situazione molto difficile e complicata, senza precedenti, in cui il blocco delle attività è stato devastante. Il nostro settore in particolare ne ha risentito pesantemente e si è dovuta rimodulare tutta l’attività produttiva e strategica».

In che termini la pandemia sanitaria da Covid-19 ha, di fatto, danneggiato il comparto?
«I rapporti sociali sono alla base di qualsiasi realtà e settore. Se vengono a meno a causa delle restrizioni per contenere il virus, diventa molto difficile continuare a lavorare, bloccando così la maggior parte delle attività».

#FattoinItalia non è la prima forma di sostegno al Made in Italy da parte della sua azienda: come andrebbe rilanciato?
«Grazie alla creazione di sinergie che vadano a promuovere e sostenere il suo grande valore e incoraggiando il consumatore all’acquisto consapevole. Vedi, appunto, la collaborazione con Confartigianato che abbiamo messo in atto».

In questa foto un sarto della maison Carlo Pignatelli mentre taglia la stoffa per un abito da realizzare a mano
In questa foto un sarto di maison Carlo Pignatelli al lavoro su un abito della maison

Ritiene necessario un intervento a gamba tesa delle istituzioni?
«Sicuramente le istituzioni dovrebbero sostenere maggiormente questo patrimonio incredibile che abbiamo e che non sempre viene valorizzato e promosso a dovere. Proprio a questo proposito, ho recentemente inviato un appello al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte chiedendo, oltre ad un sostegno economico al compartimento Wedding che è a rischio collasso, anche la possibilità di un confronto, mettendo a disposizione la mia esperienza per poter dare suggerimenti utili alla stesura dei futuri provvedimenti inerenti il mondo delle cerimonie».

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Parliamo di sposi, adesso. Nel post Covid, le coppie avranno sentiment e necessità nuovi?
«Immagino ci sarà una gran voglia di libertà e leggerezza, senza restrizioni di alcun tipo. Il matrimonio, e più in generale le occasioni di riunione con le persone più care, acquisteranno un valore ancora più grande».

Avete proposto di recente anche una capsule collection per la sposa eco-friendly. Altra colonna portante della vostra etica aziendale, infatti, è proprio l’attenzione all’ambiente…
«Sì, ci teniamo molto. Abbiamo lanciato una capsule bridal interamente realizzata con materiali sostenibili e certificati, provenienti da filiere tracciabili. E non è stata l’unica iniziativa legata all’ambiente. In collaborazione con Treedom, abbiamo creato la prima foresta Carlo Pignatelli con l’obiettivo di contrastare l’impatto dell’uomo sul pianeta, il cambiamento climatico e gli eccessi dell’effetto serra».

In questa foto la confezione di 1968, il nuovo profumo firmato Carlo Pignatelli
“1968” è il nuovo profumo firmato Carlo Pignatelli

Ultimo, ma non ultimo, il neonato profumo “1968”: perché questa nuova avventura in un mercato “diverso”?
«In realtà il profumo si pone come corollario di un lifestyle dedicato all’universo maschile in cui i codici di Carlo Pignatelli evocano con classe il suo stile unico e sofisticato. E’ dedicato all’uomo che porta sulla pelle le sue note intense, con la stessa eleganza con la quale indossa una mia creazione».

Chiudiamo con una curiosità: maestro, perché ha scelto di dare al profumo il nome dell’anno di fondazione della sua maison?
«1968 rispecchia i valori della maison: eleganza, essenzialità contemporanea, cura per i dettagli. Un omaggio alla sua storia e al suo stile».

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