Destination Wedding Italia, giro d’affari da oltre 500 milioni di euro nel 2018

I dati aggiornati al 2018 della ricerca del Centro Studi Turistici di Firenze sul Destination Wedding Italia, ossia il mercato dei matrimoni delle coppie straniere nel Belpaese. Voluta dal Convention Bureau Italia, l’analisi evidenza alla perfezione lo stato delle cose: 500,1 milioni il fatturato annuo, per quasi 9 mila eventi. In calo le unioni celebrate con rito civile, mentre aumentano i Same Sex Wedding

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Più che andati i tempi di “Oh, Italia… Pizza, spaghetti e mandolino!”, nel Belpaese il turismo supera i vetusti cliché e va ben oltre l’immagine dei numerosissimi (e sacrosanti) visitatori che ogni anno scelgono le sue regioni per trascorrere fughe d’amore, weekend in relax o intere settimane di vacanze alla scoperta dei suoi angoli migliori.

La nuova frontiera del Turismo nostrano – che le istituzioni dovrebbero sempre più tenere in considerazione come vero e proprio volano per le proprie economie di Paese – si chiama Destination Wedding e corrisponde, cioè, al turismo legato ai matrimoni delle coppie straniere che scelgono proprio l’Italia per dirsi “Sì, lo voglio”.

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Destination Wedding Italia: nel 2018 un fatturato da 500,1 milioni di euro

Il 2018, infatti, fa registrare cifre da capogiro, in assoluta (e rapida) crescita anche rispetto agli anni immediatamente precedenti: il fatturato annuo stimato sull’intero suolo nazionale è, infatti, di 500,1 milioni di euro; generati grazie agli 8.791 eventi che sono stati organizzati.

Un giro d’affari che affonda le proprie radici su un +8,7% di matrimoni celebrati rispetto al 2016.

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Il Convention Bureau Italia punta sul Wedding Tourism

È innegabile – esordisce Carlotta Ferrari, Presidente di Convention Bureau Italia  come il Destination Wedding Italia si stia affermando sempre più quale settore a sé stante, irrompendo su scala nazionale al pari di altri imponenti settori di business come il MICE e il Luxury, generando flussi turistici di altissimo valore qualitativo ed economico. Da questa constatazione – spiega -, nasce la volontà da parte di Convention Bureau Italia di compiere un’indagine scientifica, per analizzare le necessità e le potenzialità dell’industria“.

Ed è proprio all’istituto presieduto dalla Ferrari il merito di aver commissionato al Centro Studi Turistici di Firenzel’analisi sul mercato dei matrimoni degli stranieri in Italia; un report che quest’anno entra ancora più nel dettaglio delle dinamiche nazionali, andando dunque oltre i confini della Toscana che – ad oggi – è la regione leader in fatto di Destination Wedding Italia.

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Matrimoni di stranieri in Italia: ecco chi la sceglie e quanto si spende

A fronte, dunque, di quasi 9 mila eventi privati realizzati nel 2018, sono stati:

  • ben 60 mila gli operatori del settore nuziale ad essere stati coinvolti nell’organizzazione e nella fornitura di prodotti o servizi;
  • 463 mila gli arrivi generati e un milione e mezzo le presenze calcolate.

Quando si parla di nozze di stranieri nel nostro Paese, infatti, si deve considerare che si tratta in media di matrimoni con quasi 50 invitati ognuno, per una spesa media a carico degli sposi (o chi per loro!) pari a 56.890 euro per singolo evento.

Secondo i dati presentati dal Centro Studi Turistici di Firenze – prima a Roma, poi in occasione di Wedding Industry Meeting 2019 – a preferire l’Italia sono le coppie provenienti da:

  1. Regno Unito 28,1%
  2. Usa 21,9%
  3. Australia 9,4%
  4. Germania 5,5%
  5. Canada 4,5%

“Tuttavia – sottolineano dal Convention Bureau Italia -, si sono registrati matrimoni di altre nazionalità con meno frequenza ma maggiore impatto economico: tra questi, i Paesi Scandinavi, Indonesia ed Emirati Arabi”.

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Sposarsi in Italia: quali sono le Regioni preferite

In questo Eldorado per l’economia locale, però, non ci rientrano tutte le regioni del Paese. Sicuramente, non tutte allo stesso modo. Si può stilare una vera e propria classifica dei territori preferiti dagli stranieri per sposarsi in Italia.

A tenere ben salda la posizione più alta, il gradino più alto del podio, è la Toscana: da sola detiene il 30,9% del mercato totale, che corrisponde ad un fatturato annuo (sempre con riferimento al 2018) pari a 160,2 milioni di euro. Gli eventi organizzati sono stati ben 2713, con una spesa di 59 mila euro ognuno. Le sue città più gettonate sono – nell’ordine – Firenze, Fiesole, Certaldo, Greve in Chianti e Cortona.

La classifica delle regioni più forti in fatto di Destination Wedding Italia, dunque, è la seguente:

  1. Toscana
  2. Lombardia
  3. Campania
  4. Veneto
  5. Lazio

Le destinazioni in forte ascesa sono, invece, già da un paio di anni a questa parte, la Puglia e la Sicilia.

Turismo del Matrimonio: i mesi “di punta”

Nella ricerca commissionata dal Convention Bureau Italia al Centro Studi Turistici di Firenze è interessante anche il dato relativo ai mesi preferiti dagli stranieri per sposarsi nello Stivale: giugno e settembre restano quelli di punta, rispettivamente con il 18,9% e il 19,9% delle preferenze, ma cresce l’interesse per i mesi primaverili e la tendenza ad organizzare matrimoni nel periodo delle festività natalizie.

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Cerimonia nuziale, gli hotel di lusso le location più gettonate

Nonostante un leggero calo, gli hotel di lusso restano la tipologia di location preferita, totalizzando l’ospitalità del 31,9% degli eventi di settore organizzati in Italia nel 2018. Aumentano , invece, le richieste di ville e dimore storiche, ma a registrare il maggiore incremento (+5,4% rispetto al 2016) sono gli agriturismi.

Rito religioso, rito civile e rito simbolico in percentuali

E a proposito di location e celebrazione nuziale, è necessario fare riferimento anche alle percentuali di preferenza rispetto alle diverse tipologie di rito per cui si può optare: “Una quota sempre maggiore di coppie straniere – sottolineano dal Convention Bureau Italia – opta per una celebrazione simbolica; sono in calo le unioni celebrate con rito civile“.

I numeri, infatti, parlano di:

  • 33,7% di coppie straniere che scelgono il rito civile;
  • 33,4% di coppie straniere che scelgono il rito simbolico;
  • 32,9% di coppie straniere che scelgono il rito religioso.

In aumento – aggiungono dall’istituto – anche i cosiddetti Same Sex Wedding (matrimoni dello stesso sesso, tradotto): la crescita è stata del +64% rispetto al 2017 e il fenomeno rappresenta ormai il 12% del mercato“. Le coppie LGBQT dispongono generalmente di un budget di circa il 20% superiore alla media.

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Le nuove tendenze in fatto di Matrimonio

Le nuove tendenze in fatto di Matrimonio e Destination Wedding Italia non vedono soltanto l’avanzata galoppante delle unioni celebrate con rito simbolico. Ecco a cosa si assiste sempre più spesso:

  • Rinnovo promesse: coppie che vogliono di nuovo scambiarsi i voti matrimoniali e rivivere l’atmosfera e le emozioni del primo “Sì, lo voglio”.
  • Social Wedding: sposi stranieri sempre più social, con tanto di hashtag dedicati, tag, Pinterest, Instagram e mini wedding site.
  • Beach Wedding: cerimonie più informali, ambientate in riva al mare.
  • Wedding Week: i festeggiamenti proseguono per più giorni, come se si trattasse di un vero e proprio viaggio.
  • Elopment: un matrimonio intimo, molto curato, senza invitati o con un numero ridotto al minimo; una vera e propria fuga d’amore.
  • Engagement: molti stranieri optano per la promessa di matrimonio con festa di fidanzamento in Italia.

Destination Wedding in Italia: quali sono i mercati emergenti

La ricerca del Centro Studi Turisti di Firenze rintraccia in 6 i Paesi che potranno rappresentare i mercati emergenti su cui i fornitori e le agenzie che operano sul fronte del Destination Wedding Italia dovranno puntare.

Nello specifico si tratta di: Paesi Scandinavi (coppie che prediligono matrimoni intimi, in contesti rurali e all’interno di location dal forte richiamo territoriale), Libano (celebrazioni prevalentemente simboliche, in location ricercate che possano ospitare molti invitati), Emirati Arabi (budget di spesa notevoli per matrimoni civili in location esclusive), Giappone (matrimoni con pochi invitati, coppie che prediligono gli hotel di lusso e non disdegnano i mesi invernali), Hong Kong (tra i mercati dagli accenti più cosmopoliti, con invitati provenienti da svariati Paesi e di ceto elevato) e Indonesia (le coppie scelgono spesso la doppia celebrazione “simbolico+civile” in contesti d’eccezione; si tratta di uno dei mercati con la capacità di spesa più elevata).

Destination Wedding Italia
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Le previsioni del Centro Studi Turistici di Firenze

Le conclusioni della ricerca, la cui direzione scientifica spetta al professore Alessandro Tortelli, non possono che essere legate alle previsioni di ciò che sarà.

Secondo il Centro Studi Turisti di Firenze, lo scenario per il prossimo anno delinea un ulteriore incremento tra il 5 e il 10% dei flussi turistici generati dal Destination Wedding Italia. Al contempo, è previsto un sostanzioso consolidamento dei mercati emergenti, soprattutto gli Emirati Arabi e il Far East; mentre si aspetta un boom di richieste per Puglia, Sicilia e Basilicata.

Da questa fotografia – spiega Carlotta Ferrari, presidente del Convention Bureau Italia -, si delineano due obiettivi. In primo luogo, emerge la chiara necessità di una formazione mirata e dedicata non solo agli operatori di settore, ma a tutta la filiera, per riconoscere e approfittare di nuove opportunità di un business di grande valore. Alla luce di questo, il secondo obiettivo mira a creare un necessario coordinamento nazionale dell’offerta e della promozione, specialmente sul medio e lungo raggio. Ritengo – conclude – che il modello di collaborazione tra Convention Bureau Italia e Enit(Agenzia Nazionale del Turismo, ndr), che stiamo sempre meglio affinando sul MICE, sia assolutamente vincente”.

Giorgio Palmucci, Presidente di Enit, aggiunge: “Il rilancio delle attività dell’Agenzia Nazionale del Turismo passa inevitabilmente da una attenta analisi sia dei mercati di provenienza dei turisti che dei tanti segmenti che compongono il turismo. Sicuramente, la Wedding Industry è uno di quei segmenti che negli ultimi anni ha avuto una crescita più interessante. Riconosciamo, pertanto – conclude -, il valore dell’analisi fatta dal Convention Bureau Italia e la ritengo funzionale ad un impegno congiunto di coordinamento a livello nazionale”.

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